Si stima che ogni anno nascano al mondo circa 1 milione di bambini affetti da malformazioni congenite al cuore o ai grossi vasi. In mancanza di cure mediche e chirurgiche tempestive, la metà di loro è destinata a non raggiungere il primo anno di vita, gli altri andrebbero incontro a gravi problemi di crescita, di sviluppo psicosomatico, di handicap respiratori e/o circolatori. Le statistiche dicono purtroppo che circa l’80% dei bambini che presentano una malformazione cardiaca non hanno la possibilità di essere curati ed operati nel proprio Paese, a causa dell’assenza di strutture adeguate e per l’alto costo delle operazioni. Questo significa che nel mondo quasi 800.000 bambini cardiopatici ogni anno non possono avvalersi di strutture, mezzi e professionisti che diano loro una speranza di guarigione.
La cardiochirurgia pediatrica si occupa della correzione delle cardiopatie congenite fin dalla nascita; in Occidente è una specialità largamente praticata e permette ai piccoli pazienti di essere operati e riportati, nella maggior parte dei casi, ad una condizione di vita pressoché normale. Tale decorso è purtroppo impossibile nei Paesi dove un insieme di condizioni culturali, strutturali, politiche e soprattutto economiche, ha impedito lo sviluppo di un’adeguata assistenza sanitaria.
Questo è tanto più vero nel campo della cardiochirurgia dei bambini, che deve necessariamente avvalersi di personale altamente specializzato e richiede un notevole impegno organizzativo e alti costi di esercizio.
“aiutare i bambini” ha posto da diversi anni la cura dei bambini cardiopatici al centro della propria azione di sensibilizzazione e di supporto concreto. E’ così nata la campagna “Cuore di bimbi”, che dal settembre 2005 ha permesso complessivamente di operare circa 200 bambini in diversi Paesi.